Iron Drops
Testo originale Part I : DROPS |
Traduzione Parte I: GOCCE Credevo di poterli curare in maniera perfetta |
Marco:
Questo pezzo è in assoluto il nostro capolavoro (finora). È una piccola
opera prog in quattro parti, di quindici minuti in tutto. La sua genesi è
piuttosto complessa. In estate nel 1999 avevamo la necessità di scrivere una
canzone che fosse dimostrativa delle nostre capacità e dello stile del nostro
gruppo, perché pensavamo di eseguirla al teatro Miela il 12/11/99; questo poi
non è stato possibile perché il progetto si è rivelato talmente complesso da
dover richiedere molto più tempo (l'abbiamo conclusa nel gennaio del 2000). È
stata concepita in un pub della periferia di Trieste in giugno soprattutto
grazie a Giuliano, che ha proposto di incentrare il tema su una contraddizione,
che avrebbe dovuto rivelarsi solo alla fine della canzone, poi il testo è stato
scritto soprattutto da me, ma le prime strofe sono state stese in coppia con
Giuliano, e risentono molto della sua influenza positiva. Le parti strumentali
sono state scritte da tutti in sala prove, ma il riff principale della terza parte è una splendida invenzione di
Zac; è il nostro riff di maggior effetto, e sicuramente uno dei migliori che io
abbia mai sentito. La canzone, come detto, è prog,
ma molto deve ai Pink Floyd; in ogni sua parte inoltre c'è qualcosa
delle nostre influenze filtrate dal nostro stile; la quarta parte ad esempio è
molto epica, e ovunque sono riconoscibili tracce di heavy metal. Questa canzone
è il nostro stile, e io l'amo alla follia.
Lorenzo
(batteria):
AAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!! Ma semo impazzidi????!!!!!!! Quasi 16
minuti di follia!!!!!!!! Chi siamo per aver prodotto una cosa simile??? (che
Marco non sia umano era prevedibile, ma deve aver contaminato anche gli altri).
Questa canzone è un "mega-mix" di tutto ciò possa esistere (di
fighissimo, quindi niente "tuzz-tuzz"), ma senza eccessi, in una
miscela esplosiva da far lasciar a bocca aperta anche gli ascoltatori più
esigenti. È l'unica canzone i cui pezzi di chitarra nella parte finale siano
migliori (sempre secondo me) sia del mega-accordon de "Brighton Rock"
dei Queen, sia dell'ultimo accordo dell'intro di "Sorrow" dei Pink
Floyd, che fino a prima erano da me considerati la massima elevazione possibile
e desiderabile da un suono di chitarra.
N.B.: notare che, anche se sono il batterista, il "tecnico audio,
ingegnere del suono, etc." sono io e sono molto pignolo riguardo ad un
suono: se non è perfetto è una MERDA, e per "perfetto" non intendo
"accettabile".
In generale posso dire che
"Iron Drops" può venir utilizzato come sinonimo di "Growing To
Eternity", in quando è l'espressione in musica delle nostre idee Musicali
(con la "m" maiuscola) e dei
sentimenti da voler esprimere a cui aspiriamo nelle future canzoni. Naturalmente
non potremmo fare solo canzoni simili a questa, altrimenti non basterebbe
l'"eternity", nemmeno continuando a "growing" (tecnicamente
parlando).
Lorenzo
(tastiere):
IIRROONNDDRROOPPSS!!!!E' l'inno dei Growing.Il meglio di quello che abbiamo potuto fare finora. Un'analisi esauriente richiederebbe un sito apposito, perciò mi limiterò al lato musicale. Non ho mai visto così tante modulazioni in una canzone (basta notare che la canzone comincia in si minore, finisce in do maggiore, passando per sol maggiore, mi maggiore, do diesis maggiore, si maggiore, mi minore, ecc). La parte strumentale è molto complessa anche se sono state eliminate alcune idee che forse andavano al di là delle nostre possibilità. Tutta la parte finale ha un feeling notevole che sfocia negli ultimi tre accordi (Lab maggiore, Sib maggiore, Do maggiore). Credo che un anno di lavoro ha dato i suoi frutti e spero che in futuro riusciremo a scrivere qualcosa che si avvicini tecnicamente e stilisticamente a questa opera prog.
Lorenzo
(voce):
Magniloquente, cupa , complessa ,
virtuosistica... in due parole: senza compromessi. Questa è Iron Drops, o la si
odia o la si ama.
La canzone è lo sforzo di definire prospettive e peculiarità del
gruppo, senza peraltro sacrificare le personalità individuali che lo
compongono. Il progetto era senza dubbio ambizioso e sarà compito degli
ascoltatori giudicare l'effettiva validità del lavoro, dire se Iron Drops sia
una perfetta ed organica fusione di stili ed elementi o un tentativo riuscito a
metà, troppo forzato od enfatico.
Ciò che non è opinabile, d'altronde, è la soddisfazione di eseguirla
dal vivo ogni volta.
Iron Drops non è comunque il traguardo, ma solo una tappa nella
maturazione artistica del gruppo.